Cenni storici e ambientali: la prima notizia documentaria del castello è del 1092, quando il gran conte Ruggero lo concede ad Ansgerio, primo vescovo della diocesi di Catania appena rifondata dopo la riconquista della Sicilia ad opera dei normanni. Nel 1297 la fortezza, tenuta da Ruggero di Lauria, è assediata e presa dalla truppe fedeli al re Federico d’Aragona, III di Sicilia. Nel 1348 il castello è in a Blasco Alagona. Nel 1439 il castello viene acquistato da Battista Platamone. Mastro Razionale del Regno di Sicilia, che ne ristruttura la parte residenziale. Nel 1458 suo figlio Sancio Paltamone si rifiuta di restituire la fortezza al re Giovanni, succeduto sul trono al fratello Alfonso, che assedia ed espugna il castello. La fortezza è posta sulla cima di un faraglione di basalti colonnari con pareti a strapiombo. Un tempo totalmente isolato nel mare, nel 1381 venne unito alla terraferma da una colata lavica. Insieme a vari corpi distribuiti attorno a due corti, presenta un mastio a pianta quadrangolare.
Curiosità: l’iniziativa prevede la redazione, con testo a cura del prof. Enrico Blanco, di un opuscolo (da presentare nel pomeriggio del 13 maggio) sulla storia e l’architettura del Castello di Aci a cura della Sezione Sicilia col contributo del Comune di Acicastello, nonché l’organizzazione nel corso delle visite dei detti giorni 13 e 14 maggio 2017 di brevi rappresentazioni con personaggi in costume sull’episodio della presa del Castello da parte di Re Martino, di altri eventi storici o di ambientazioni storiche.