1998-2018 Venti Anni del Premio Nazionale di Laurea “Salvatore Boscarino”

Nel 2018, per celebrare i venti anni della costituzione del Premio Boscarino, la Sezione Sicilia dell’Istituto Italiano dei Castelli ha organizzato una mostra itinerante di una selezione di tesi premiate presso alcune strutture Universitarie della Sicilia, nello specifico presso l’Università di Messina, di Palermo, di Catania ed Enna ed inoltre, ne ha promosso la pubblicazione a stampa.

È doveroso rivolgere un sentito ringraziamento ai Magnifici Rettori dell’Università di Messina, prof. Salvatore Cuzzocrea, dell’Università di Catania, prof. Francesco Priolo, dell’Università di Palermo, prof. Fabrizio Micari, e dell’Università di Enna, prof. Giovanni Puglisi, per aver con entusiasmo concesso il patrocinio e gli spazi espositivi nelle rispettive Università.

Siamo inoltre grati, alla professoressa Maria Vittoria D’Amico, responsabile del Premio e all’architetto Fulvia Caffo, curatrice della mostra e del progetto editoriale, che con molto impegno si sono adoperate ed hanno lavorato per la buona riuscita dell’esposizione.

Presentazione di Michaela Marullo Stagno d’Alcontres
Vice Presidente dell’Istituto Italiano dei Castelli

Maria Vittoria D’Amico
Delegata e curatrice del Premio Salvatore Boscarino

Istituito nel 1998 dalla Sezione Sicilia dell’Istituto Italiano dei Castelli, il “Premio Salvatore Boscarino” venne ufficialmente rilanciato nel 2008, anno del suo decennale, per iniziativa di Giovanni Ventimiglia di Monteforte, allora Presidente della Sezione Sicilia e grande estimatore dell’architetto Salvatore Boscarino (1925-2001). Professore ordinario di restauro architettonico presso l’Istituto universitario di architettura di Venezia prima e successivamente presso le Università degli Studi di Palermo e di Catania, lo studioso siciliano, voce eminente nell’ambito nazionale ed internazionale del restauro dei monumenti, fu un grande patrocinatore dello studio delle architetture e strutture fortificate della Sicilia, per la cui ricerca costituì un vero punto di riferimento. Con autentico spirito d’impegno civile a favore del patrimonio urbanistico-territoriale e paesaggistico della Sicilia indirizzò instancabilmente gli allievi ad approfondire diversificati percorsi di studio e d’indagine scientifica: dall’analisi dei materiali e rilievo del monumento alle strategie di restauro e di riqualificazione, dalla lettura dei sistemi difensivi dell’entroterra e di quelli costieri al recupero e valorizzazione di un patrimonio a volte dimenticato, le cui indagini diagnostiche dovevano essere finalizzate non soltanto alla conoscenza del bene culturale ma, soprattutto nel caso della Sicilia, alla restituzione di un monumento alla memoria. Tale area tematica, quella della sottrazione del monumento all’oblio, lo coinvolse enormemente, come testimoniano i suoi studi magistrali nell’ambito dell’architettura militante, lucidamente espressi attraverso un’attenzione al territorio centrata su episodi e monumenti di chiara lettura e definizione.

In memoria dell’alto magistero di Salvatore Boscarino l’edizione del Premio nel 2008 si svolse sotto il patrocinio dell’Università degli Studi di Catania, i cui vertici (Rettore Antonino Recca e alcuni Presidi: Luigi Fortuna, Ingegneria; Enrico Iachello, Lettere e Filosofia; Giuseppe Vecchio, Scienze Politiche) finanziarono l’intero progetto, il cui bando, riservato a laureati di tutte le Università italiane, indicava per l’ammissione al Premio, così come ancora oggi, dei precisi requisiti: sono ammesse solo dissertazioni su temi di architettura fortificata o di sistemi difensivi urbani e territoriali siciliani che devono costituire “un contributo alla conoscenza del patrimonio castellano della Sicilia, mirato alla salvaguardia, al riuso e al reinserimento nel tessuto sociale, economico e culturale del territorio di appartenenza”.

La numerosa serie di dissertazioni da allora presentate per la partecipazione al Premio hanno non solo costituito la felice evidenza dell’esattezza e lungimiranza dei parametri di studio e analisi dei monumenti suggeriti agli allievi dall’ingegnere Boscarino, ma hanno altresì testimoniato un altro risvolto del magistero boscariniano, come le preziose potenzialità di un personale coinvolgimento di ogni giovane studioso entro il tessuto civico-sociale del territorio di riferimento dell’argomento della dissertazione, a volte coincidente con il territorio di residenza dell’autore della tesi. Alcuni progetti di restauro e riuso dei monumenti studiati hanno avuto positive applicazioni economico-turistiche, come a volte perfino anticipato dai primi cittadini e pubblici funzionari dei centri castellani di riferimento, presenti alle diverse premiazioni.

L’esame dei lavori presentati ha comportato negli anni l’avvicendamento, all’interno della Commissione giudicatrice, di diverse figure di specialisti e accademici, alcuni membri del Consiglio Scientifico dell’Istituto Nazionale dei Castelli, altri provenienti dall’Ateneo e dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Catania. Concepito come incentivo per i giovani studiosi alla ricerca sul tema delle architetture fortificate, il Premio Salvatore Boscarino ha potuto proseguire un proprio iter grazie al finanziamento, negli anni, di enti pubblici e privati come la Banca Popolare di Ragusa, la Provincia Regionale di Siracusa, la Farmacia Comunale Multiservice di Valverde, sostenuto altresì dal patrocinio dell’Università degli Studi di Catania e da quello del Comune di Valverde. Il Premio, supportato con forza anche dai vari Presidenti della Sezione Sicilia, Filippo Cosentino, Eugenio Magnano di San Lio e Francesco Cultrera di Montesano, viene considerato all’interno della Sezione Sicilia come quel momento di approfondimento e d’ineludibile riflessione scientifica sulla cultura castellana che questa mostra rafforza e che per il Presidente Giovanni Ventimiglia di Monteforte costituiva il presupposto fondamentale dell’attività dell’Istituto Italiano dei Castelli.

Fulvia Caffo
Curatrice della Mostra e del Catalogo

La mostra, con il catalogo, intendono celebrare i venti anni del Premio di laurea sulle architetture fortificate siciliane, intitolato nel 2001 all’illustre studioso professore ingegnere Salvatore Boscarino e promosso dall’Istituto Italiano dei Castelli – Sezione Sicilia, fin dal 1996.

Un traguardo importante che portiamo alla ribalta con una selezione delle tesi premiate, segnalate con menzione o semplicemente presentate nelle edizioni dal 1998 al 2018.

La mostra, come il catalogo, ripercorre, quindi, la storia del Premio siciliano osservando, come in un viaggio, i luoghi, gli ambienti, i paesaggi, le relazioni, in una sorta di esplorazione della Sicilia fortificata.

Luoghi e ambienti, anche lontani tra loro – dal castello sul mare a quello delle aree interne, alle fortificazioni urbane – diventano tappe di un unico percorso che vuole coinvolgere sguardi consapevoli delle relazioni che intercorrono fra i casi di studio, capaci di creare un’atmosfera che sentiamo tanto più nostra quanto più sappiamo riconoscere il valore, l’unicità e la straordinarietà di questo patrimonio.

Un viaggio che ha coinvolto, fin dall’inizio le Università siciliane con le Facoltà e i Dipartimenti di Architettura, Ingegneria, Lettere, Filosofia, così rinnovando e rinsaldando il legame culturale con l’Istituto (5), altresì interessato a sollecitare i giovani laureandi verso le attività di salvaguardia, valorizzazione e promozione del patrimonio castellano portate avanti dalla Sezione Sicilia.

Per ogni tappa, per ogni bene studiato: indagini, analisi, ricerche storiche, progetti, in un caleidoscopio di soluzioni e approfondimenti critici, nel solco dei principi di conoscenza, salvaguardia e tutela dettati dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, dalle Carte del restauro e dalle Convenzioni Internazionali e, per le tesi più recenti, dai forti richiami alle odierne acquisizioni del dibattito disciplinare sul restauro.

La rassegna fornisce, inoltre, un’analisi delle variazioni dell’approccio nel tempo ai temi conservativi, sempre più orientati alla valorizzazione, alla fruibilità sostenibile, alla comunicazione dei manufatti e dei contesti di riferimento, così assecondando l’esigenza di una nuova funzione e di un riuso compatibile con le caratteristiche del monumento e tale da garantirne il reinserimento nella vita contemporanea.

Si rileva positivamente che molti dei lavori non si limitano alla sola fase di conoscenza ma affrontano anche le tematiche del progetto, esercizio complesso e non esente da rischi, volto, alla ri-connessione con il tessuto socio-economico del territorio, denotando un particolare interesse per i valori paesaggistici, con al centro il rapporto tra i manufatti e le bellezze panoramiche.

Ed ancora, molte tesi contemplano la lettura del patrimonio castellano attraverso griglie tematiche e metodologiche come lo sviluppo e l’aggiornamento della disciplina del restauro, della ricerca storiografica e architettonica, della lettura in termini ambientali, dei contesti urbano-territoriali.

Si osserva, inoltre, che i temi della vulnerabilità sismica e del miglioramento strutturale sono stati poco trattati.

In generale, si possono sottolineare la multidisciplinarietà degli approcci e le molte sfaccettature del restauro, grazie, anche, all’ampio concetto di bene culturale come bene comune, fissato dalla normativa di tutela.

A tale proposito si rimanda ai significativi contributi dei docenti degli Atenei siciliani, relatori delle tesi in mostra, e che ringrazio per la fattiva e proficua collaborazione.

Nei contributi testuali, gli studiosi hanno messo in evidenza il sistema storico delle strutture difensive inteso come patrimonio territoriale, come avviene nei lavori seguiti da Teresa Campisi o sottolineando il rapporto tra rilievo, progetto e contaminazioni come approccio metodologico nei casi di studio esaminati da Claudio Marchese. Il ruolo della ricerca e della didattica universitaria viene evidenziato da Bruno Messina e Maria Rosaria Vitale, così come il tema della interdisciplinarietà nel progetto di restauro, come strumento di comprensione e conservazione delle risorse culturali, viene trattato da Gaspare Massimo Ventimiglia.

Se la mostra presenta una significativa raccolta delle tesi di laurea con il supporto di interessanti tavole di sintesi, impaginate dagli autori che hanno risposto alla richiesta di partecipazione, il catalogo amplia l’elenco a tutte le dissertazioni presentate nelle diverse edizioni del Premio, mettendo in evidenza, tra l’altro, il ruolo dell’Istituto Italiano dei Castelli, i contenuti del bando di concorso, il qualificato contributo delle commissioni giudicatrici e l’impegno nell’ambito della ricerca scientifica e storico-architettonica di molti docenti delle Università che le hanno promosse.

In particolare desidero segnalare il contributo dato al Premio dal prof. ing. Eugenio Magnano di San Lio che, fin dalla sua istituzione, nella veste di docente universitario e socio dell’Istituto, ha promosso e incessantemente indirizzato la ricerca degli studenti verso i temi castellani, così contribuendo alla conoscenza del patrimonio fortificato.

Il lavoro svolto dalle commissioni, composte da membri del Consiglio Scientifico dell’Istituto Italiano dei Castelli, da accademici dell’Ateneo catanese e da rappresentanti dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali ha visto, nel corso degli anni, la definizione dei criteri di valutazione per selezionare e scegliere le tesi meritevoli. I principi che gli esperti hanno individuato ed a cui si sono attenuti nell’ambito dell’architettura fortificata, sono quelli dell’originalità del lavoro, del rigore scientifico, del livello di approfondimento del tema trattato, della chiarezza dell’esposizione scritta, della correttezza delle citazioni bibliografiche
e documentarie e della presenza degli apparati documentali a corredo delle tesi.

L’organizzazione della mostra e l’ordinamento editoriale del catalogo hanno dovuto fare i conti con la eterogeneità delle tesi, diverse per tematiche e tecniche di rappresentazione, tradizionali e digitali, in relazione all’epoca di realizzazione, ed ancora con la mancanza di una copia digitale dei lavori e di una documentazione fotografica ad alta risoluzione, ciò a causa della previsione nel bando di concorso della sola consegna di una copia cartacea e non anche delle tavole di sintesi funzionali ad una mostra o pubblicazione.

Pertanto, è stato indispensabile il diretto coinvolgimento degli autori delle tesi, ai quali è stata richiesta la disponibilità a impaginare, all’interno del layout predefinito dei pannelli, il materiale di studio da portare in mostra.

A fronte di un generale apprezzamento dell’iniziativa espresso dai partecipanti, tutti formalmente contattati, molti hanno dovuto declinare l’invito a trasmettere i file dei pannelli per l’impossibilità di preparare la documentazione, a volte per non avere più le tavole, per il lungo tempo trascorso dalla laurea, altre per ragioni logistiche o personali.

Nell’insieme sono pervenute 26 tesi su 66 partecipanti, che rappresentano,
in maniera significativa, i positivi esiti del Premio.

Desidero ringraziare gli autori delle tesi che hanno trasmesso i materiali per il montaggio dei pannelli in mostra. Essi hanno contribuito alla conoscenza e promozione del patrimonio castellano della Sicilia.

Ritengo necessario sottolineare che per la particolare complessità e disomogeneità dei materiali grafici e fotografici pervenuti, come sopra evidenziato, la composizione del catalogo ha richiesto continui aggiustamenti per il raggiungimento di una auspicata soddisfacente resa editoriale.

Ringrazio, quindi, Filiberto Bracchi per il particolare impegno profuso nell’avermi supportato nella cura grafica del volume.

Credo, in conclusione, che i risultati delle tesi di laurea presentate abbiano fornito, nel corso di questo ventennio, ampia materia di riflessione sull’importanza della formazione di studiosi e professionisti, figure specializzate e consapevoli della rilevanza culturale, sociale, economica del patrimonio fortificato pubblico e privato, un bene culturale da recuperare e valorizzare per restituirgli dignità e decoro.

La salvaguardia dei castelli è operazione fondamentale perl’esercizio della memoria e della identità culturale delle comunità.

Occorre però che questi luoghi siano conosciuti, aperti, fruibili e collegati tra loro e con i territori, in una rete di rapporti e di iniziative che sappiano disegnare un nuovo orizzonte, in grado di tornare a produrre cultura e ricchezza.

Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione della mostra e del catalogo e in particolare il Consiglio Direttivo della Sezione Sicilia dell’Istituto Italiano dei Castelli per la fiducia accordatami e per aver sostenuto il progetto sul ventennio del Premio dedicato al professore Salvatore Boscarino, con il quale ho condiviso l’esperienza del restauro del Castello di Donnafugata.

Infine ringrazio, per l’incoraggiamento e il sostegno, la vicepresidente Michaela Marullo Stagno D’Alcontres e la responsabile del Premio Maria Vittoria D’Amico.

Al Premio Nazionale di Laurea Salvatore Boscarino il mio augurio di continuare a crescere e consolidare il positivo bilancio di partecipazione, auspicando che le nuove generazioni vogliano ancor più indirizzare le loro ricerche verso la cultura castellana.

Architetto Fulvia Caffo – fulviacaffo@gmail.com – cell. 334 6040589